Operazioni M&A transfrontaliere: cosa sono e come gestirle
Operazioni M&A transfrontaliere: cosa sono e come gestirle
Operazioni M&A transfrontaliere: cosa sono e come gestirle – Le operazioni societarie internazionali – M&A internazionale – Operazioni straordinarie internazionali
M&A Cross-Border: sfide legali e strategie
Le operazioni di fusione e acquisizione che coinvolgono società di differenti Paesi, spesso definite con l’espressione “M&A cross-border”, rappresentano un passaggio cruciale per quelle imprese che desiderano espandersi, diversificare il proprio portafoglio o acquisire know-how in nuovi mercati.
Le transazioni M&A internazionali richiedono un approccio specifico, che tenga conto di questioni regolamentari, differenze culturali, normative antitrust, normative di compliance, regole di controllo degli investimenti stranieri e altri fattori che non emergono con la stessa intensità nelle operazioni esclusivamente domestiche. Le recenti modifiche introdotte dal D. Lgs. 19/2023, che recepisce nell’ordinamento italiano la Direttiva (UE) 2019/2121 in materia di trasformazioni, fusioni e scissioni transfrontaliere, offrono un quadro più strutturato e armonizzato, ma esigono una conoscenza puntuale delle nuove procedure. Solo attraverso una pianificazione accurata e un lavoro di squadra tra professionisti con competenze interdisciplinari – legali, fiscali, finanziarie e di risk management – è possibile costruire un’operazione di successo.
L’obiettivo di questo testo consiste nell’illustrare le principali sfide che le imprese si trovano ad affrontare nell’ambito di operazioni M&A transfrontaliere e nel proporre alcune strategie per superare gli ostacoli, cogliendo allo stesso tempo le opportunità offerte dal contesto globale, con un focus particolare sulle novità normative sopravvenute.
Le operazioni societarie internazionali – Contesto e rilevanza strategica nella M&A internazionale
Le operazioni M&A transfrontaliere, come fusioni e acquisizioni transnazionali, possono generare sinergie di varia natura. Alcune aziende puntano ad ampliare la propria gamma di prodotti o a entrare in mercati emergenti, mentre altre mirano a incorporare asset di particolare valore (come brevetti o licenze), o a integrare conoscenze altamente specialistiche. L’accesso a nuove risorse umane e a competenze tecnologiche di primo livello può contribuire a innalzare la competitività e a creare un vantaggio durevole rispetto ai concorrenti.
Non bisogna dimenticare, però, che i fattori di rischio si moltiplicano quando la negoziazione coinvolge due o più giurisdizioni. Le differenze di lingua, cultura aziendale, sistemi giuridici e prassi di mercato richiedono uno sforzo di comprensione reciproca (sul punto vedi anche QUESTO ARTICOLO). Da un lato, l’azienda che investe deve adeguarsi a regole talvolta lontane dal proprio ordinamento, subendo processi di autorizzazione più o meno complessi (in particolare se si tratta di settori strategici). Dall’altro lato, l’impresa che riceve l’investimento può trovarsi di fronte a richieste e metodologie di analisi (per esempio durante la due diligence) a cui non è abituata.
Il D. Lgs. 19/2023 interviene proprio nell’ambito delle operazioni transfrontaliere, armonizzando e semplificando, per quanto possibile, alcuni passaggi formali riguardanti fusioni e scissioni transfrontaliere, ma anche introducendo nuove tutele a favore di soci e creditori. Tali modifiche, pur facilitando certe procedure, impongono alle parti di aggiornarsi sulle condizioni e sulle tempistiche richieste dalla legge italiana ed europea per finalizzare l’operazione.
Operazioni straordinarie internazionali – Aspetti regolamentari e questioni di compliance
Le operazioni di M&A transfrontaliere evidenziano aspetti regolamentari complessi. Il tema della conformità normativa, noto come compliance, è decisivo per evitare contenziosi e sanzioni. Ogni transazione dovrebbe includere una valutazione preliminare dei requisiti legali del Paese in cui si opera, tenendo presenti le disposizioni antitrust e gli eventuali limiti agli investimenti esteri. Molti ordinamenti hanno adottato una normativa di screening degli investimenti, comunemente definita golden power, che attribuisce alle autorità il potere di bloccare operazioni considerate rischiose per la sicurezza nazionale o per settori di rilevanza strategica.
Con il recepimento della Direttiva (UE) 2019/2121, l’ordinamento italiano – in virtù del D. Lgs. 19/2023 – ha introdotto modifiche procedurali finalizzate a una maggiore trasparenza e a una più incisiva tutela degli stakeholder. In particolare, risulta rafforzata la disciplina della relazione degli esperti indipendenti e delle informazioni da fornire alle autorità competenti. Ciò significa che, prima di avviare operazioni M&A transfrontaliere, le società coinvolte devono attenersi alle nuove formalità e alla tempistica stabilita, rischiando in caso contrario di incorrere in nullità o ritardi.
Un altro aspetto rilevante riguarda la compliance fiscale e la gestione di eventuali imposte indirette, come l’IVA e i dazi doganali. Le differenze di aliquote, la presenza di regimi agevolati e i principi di territorialità variano da Paese a Paese, determinando potenziali duplicazioni di tassazione o, all’opposto, opportunità di ottimizzazione. Un’analisi approfondita dell’impianto fiscale, delle convenzioni bilaterali contro la doppia imposizione e delle normative interne diventa fondamentale per evitare di rendere l’operazione meno vantaggiosa di quanto preventivato.
Differenze culturali e modelli di governance nelle operazioni M&A transfrontaliere
Un ulteriore elemento critico che contraddistingue le operazioni M&A transfrontaliere è la dimensione culturale. Se in uno stesso Paese possono emergere differenze valoriali o gestionali tra aziende di settori diversi, tali divergenze risultano ancor più marcate quando si superano i confini nazionali. Aspetti quali lo stile di leadership, l’approccio alla negoziazione o la gestione delle risorse umane possono variare in maniera significativa a seconda del contesto geografico.
La fusione tra due realtà provenienti da culture aziendali distinte richiede un piano d’integrazione basato sul dialogo. Nel caso in cui una società italiana acquisisca un’impresa all’estero (o viceversa), il mancato rispetto di prassi o convenzioni locali può generare diffidenza tra i dipendenti e gli stakeholder interni ed esterni. A ciò si aggiungono differenze linguistiche che possono rallentare le comunicazioni.
I modelli di governance post-operazione vanno calibrati sulle esigenze di entrambe le parti. È opportuno creare spazi di confronto costruttivo, ridurre al minimo i conflitti e preservare gli elementi distintivi che hanno reso la società target un obiettivo interessante. L’equilibrio tra la cultura del buyer e quella della target si trasforma in un fattore decisivo, poiché un approccio puramente impositivo può risultare deleterio, riducendo la motivazione e la retention dei talenti chiave.
Come ridurre i rischi nelle operazioni straordinarie internazionali
Chi decide di intraprendere operazioni M&A transfrontaliere può adottare diversi strumenti per gestire e ridurre i rischi correlati. Una di queste è l’attenta pianificazione della due diligence cross-border, in cui professionisti legali, fiscali e tecnici collaborano con esperti del Paese target per esaminare la situazione patrimoniale e le eventuali passività non dichiarate (sulla due diligence vedi anche QUESTO ARTICOLO). È opportuno analizzare la documentazione aziendale in lingua originale e incrociare le informazioni con banche dati nazionali, senza limitarsi alle sole dichiarazioni fornite dalla controparte.
Le clausole contrattuali di garanzia assumono una rilevanza maggiore rispetto a operazioni nazionali. Prevedere un escrow account, in cui vincolare parte del prezzo, risponde alla necessità di tutelare l’acquirente da passività emerse successivamente al closing. Le garanzie (Representations & Warranties) vanno redatte con precisione, tenendo conto delle differenze giuridiche che potrebbero incidere sull’interpretazione di tali disposizioni. È altresì utile assicurarsi che la giurisdizione scelta per la risoluzione di controversie sia adeguata, evitando di incorrere in procedimenti contenziosi eccessivamente lunghi o in sistemi legali poco familiari.
Un altro aspetto cruciale riguarda la strategia fiscale internazionale. Attraverso lo studio di convenzioni bilaterali e regimi agevolati, l’operazione può ottimizzare l’impatto delle imposte. È tuttavia indispensabile mantenere la sostanza economica dell’operazione, poiché le autorità fiscali di diversi Paesi tendono a monitorare con attenzione i trasferimenti infragruppo, imponendo sanzioni qualora rilevino pratiche elusive. In tal senso, il supporto di consulenti esperti in fiscalità internazionale rappresenta un fattore di successo.
Integrazione tra realtà di Paesi diversi nelle operazioni straordinarie
La fase di integrazione post-closing rappresenta il vero banco di prova per valutare la bontà della strategia adottata. Rispetto a una fusione domestica, la differenza risiede nella maggiore complessità linguistica, organizzativa e normativa. Ogni processo di integrazione dovrebbe partire da un’analisi interna delle competenze e delle risorse di entrambe le società. Alcune funzioni possono essere centralizzate, mentre altre devono restare sul territorio della target, per preservare il legame con fornitori e clienti locali.
La gestione del personale e l’armonizzazione dei contratti di lavoro sono momenti delicati. Talvolta, norme rigide in materia di tutela dei lavoratori impediscono modifiche sostanziali agli accordi in essere o rendono necessarie specifiche procedure di consultazione sindacale. La comunicazione interna svolge un ruolo chiave nel rassicurare i dipendenti e nel favorire l’accettazione dei cambiamenti. La formazione incrociata e i programmi di job rotation tra sedi di Paesi diversi possono trasformarsi in un motore di crescita professionale e culturale, creando nuove sinergie.
È inoltre fondamentale instaurare un dialogo costante tra i reparti legali e finanziari delle due realtà coinvolte. Nel contesto cross-border, la normativa di riferimento può evolvere rapidamente, soprattutto in mercati emergenti o in settori regolamentati. Un monitoraggio continuo delle variazioni legislative, incluse quelle introdotte dal D. Lgs. 19/2023 per ciò che concerne le fusioni transfrontaliere, consente di intervenire tempestivamente, adeguando le strategie e le clausole contrattuali alle nuove regole in vigore.
Ruolo dei consulenti esperti nelle operazioni societarie internazionali
Il supporto di avvocati e commercialisti con un focus specifico sulle operazioni societarie internazionali risulta decisivo. Le competenze richieste per la gestione complessiva di operazioni M&A transfrontaliere non si limitano infatti all’ambito giuridico, ma spaziano dalla fiscalità all’analisi del rischio geopolitico, fino alla comprensione delle prassi commerciali in vigore nel Paese target. Talvolta, affidarsi a un professionista che operi localmente e abbia già maturato esperienze simili può agevolare notevolmente la trattativa e l’ottenimento delle necessarie autorizzazioni da parte delle autorità di vigilanza.
Le relazioni istituzionali, inoltre, possono rivestire un ruolo non trascurabile. Ambasciate, camere di commercio bilaterali ed enti governativi specializzati nell’attrazione degli investimenti stranieri forniscono spesso informazioni approfondite sulle norme vigenti e mettono in contatto le imprese con potenziali partner, semplificando l’accesso ai mercati esteri. Tali istituzioni si dimostrano un alleato prezioso, soprattutto nelle prime fasi della negoziazione, quando la comprensione delle peculiarità locali non è ancora pienamente consolidata.
Quindi, le operazioni societarie internazionali, se da un lato aprono prospettive di crescita e diversificazione, dall’altro richiedono un approccio complesso e multidisciplinare. Gli aspetti normativi, resi ancora più articolati dal D. Lgs. 19/2023, impongono la massima attenzione agli iter procedurali previsti per le operazioni straordinarie internazionali. La gestione di differenze culturali e linguistiche, combinata con la necessità di integrare realtà aziendali talvolta molto diverse, rappresenta una sfida di grande rilievo che può, tuttavia, trasformarsi in una leva competitiva.
e dopo il closing? come gestire le operazioni societarie internazionali?
La fase di integrazione post-closing delle operazioni societarie internazionali dimostra che il valore generato da un’acquisizione o fusione internazionale non si esaurisce con la firma del contratto, ma si concretizza solo quando le due realtà riescono a cooperare in modo efficace. Le clausole di tutela, come escrow o garanzie contrattuali, sono fondamentali per prevenire passività nascoste e per gestire al meglio situazioni di incertezza. La scelta di consulenti adeguati e l’uso di strumenti di valutazione e monitoraggio continuo restano quindi i pilastri di ogni operazione di M&A a vocazione internazionale.
Operazioni straordinarie internazionali – Come possiamo aiutarti
Abbiamo maturato rilevante esperienza nella gestione di operazioni societarie internazionali, sia lato “seller” che lato “buyer”, assistendo svariati clienti, tanto italiani quanto esteri, nella cura di tutte le operazioni sino al closing.
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