Stalking e risarcimento del danno

Stalking e risarcimento del danno da atti persecutori – Come chiedere il risarcimento da stalking: I danni morali da Stalking: come chiederli

Eliana Arezzo e Giovanni Adamo

Stalking e risarcimento del danno Trib. Ferrara, Sentenza 14 agosto 2020

Si pronuncia il Tribunale di Ferrara con una interessante Sentenza in materia di stalking e risarcimento del danno. Il Tribunale ha valutato il reato di stalking ex art. 612 bis cp come fonte del diritto della vittima anche al risarcimento dei danni morali.

I danni morali da stalking: come chiederli – La vicenda

Con citazione introduttiva gli attori esponevano di aver subito per diversi anni una vera e propria attività di stalking, costituita da vessazioni, minacce ed insulti da parte di una coppia di vicini di casa.

In particolare, per il Tribunale, le condotte poste in essere integravano il reato di cui all’art. 612 bis c.p., assorbente rispetto alle singole condotte di danneggiamento, molestia, diffamazione, violazione della privacy ed illecito trattamento di dati personali, poiché costituenti una condotta unitaria tesa alla formazione del danno e cioè all’esistenza di una situazione di ansia e paura in capo agli attori.

Come chiedere il risarcimento del danno da stalking – Le valutazioni del Tribunale

Il Tribunale di Ferrara, in ordine al risarcimento del danno, dichiarava che la violenza e la volgarità delle condotte tenute dai convenuti , complessivamente integranti la fattispecie dello stalking, avessero generato nei due attori un senso di timore ed insicurezza, mettendoli sempre all’erta circa un nuovo approccio dei vicini, e facendoli vivere per un apprezzabile periodo di tempo in uno stato di perenne ansia.

Richiamandosi a consolidata giurisprudenza, infatti, il Tribunale ha chiarito che: “il perdurante e grave stato d’ansia o di paura è inteso non come uno stato patologico clinicamente accertato, bensì come uno stato d’animo della persona offesa, caratterizzato da sentimenti di esasperazione e di profonda prostrazione, concretamente accertabili e no transitori (T. Milano 17.4.2009).”

Ed ancora citando l’orientamento della Suprema Corte: “gli atti persecutori non devono essere tali da integrare una situazione con risvolti patologici, essendo sufficiente che producano un effetto destabilizzante della serenità e dell’equilibrio psicologico della vittima” (ex multis Cass. sez. V., 9 .12. 2019 – 4.2.2020, n. 4728)

Il danno da atti persecutori: la quantificazione

Ai fini del risarcimento del danno, considerate le singole condotte illecite (molestie, minacce, diffamazione ecc) il Tribunale accertava la sussistenza dei presupposti per l’accoglimento della domanda e condannava i convenuti al pagamento di €25.000,00 a favore degli attore, più spese di causa.

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